di Giuliana Artuso
In queste mattine fredde quando vedo
il fiato che si condensa e i finestrini e le vetrine appannate vado con il pensiero a chi non ha una casa
calda, a chi non ha vestiti morbidi e avvolgenti, a chi non ha calore di
affetto e di amicizia.
Lo so sembra retorica mentre continuo
a correre per le mie faccende sostanzialmente indifferente ma mi torna in mente
quella dolce e terribile fiaba antica: "la
piccola fiammiferaia".
Oggi non si racconta più per non
turbare i bambini che pure, spesso, vedono agli angoli mamme e bambini
sopportare il freddo e gli stenti. Quanto
ci siamo commossi da piccoli, quanto dovremmo commuoverci ancora oggi per
le tante fiammiferaie che popolano le nostre strade.
Non basta incolpare lo Stato, non
basta allargare le braccia perché non possiamo star dietro al bisogno che ci
circonda e che tentiamo di dimenticare. E' vero non possiamo sostenere e sollevare il dolore del mondo ma possiamo
almeno guardarlo, poi se ci sono gli
occhi verrà dietro anche il cuore, poi se il cuore è capace di muoversi
verranno dietro anche le idee e il fare.
Dare per scontate le povertà e le
solitudini non ci soddisfa, non ci rende tranquilli. Quell'amaro che ricacciamo
in gola alla vista di troppe miserie lasciamo invece che ci resti in bocca, sentiamone il sapore è una medicina: aiuta
a guarire l'anima.
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Che poesia...!
RispondiEliminagrazie! :-)
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