Continua la protesta dei Docenti
di III fascia con servizio, contro la proposta del nuovo sistema di
reclutamento, che prevede il ritorno al “Concorsone” aperto a tutti i laureati
che hanno titolo di studio e CFU necessari per l’insegnamento ed esclude la
procedura riservata ai docenti che hanno già maturato almeno 3 anni di servizio,
definita nel DM 59/2017 e mai applicata.
Pubblichiamo una lettera che tali
docenti stanno inviando ai rappresentanti sindacali per far sentire la loro
voce e le loro proposte.
Nel comunicato, si lamenta anche
la mancata formazione in ingresso (didattica, inclusione, legislazione
scolastica, ecc) per i docenti che risulteranno vincitori di concorso, che era stata invece
individuata come uno delle priorità strategiche del reclutamento dall’istituzione
delle SISS in poi: “Questa bozza va nella direzione diametralmente opposta e
comporta un salto nel passato di minimo 20 anni.”
I docenti chiedono l’attuazione
di un percorso abilitante riservato a chi ha almeno 3 anni di servizio che
consenta l’accesso alla II fascia delle GI, così come è avvenuto in passato, e
un concorso riservato, parallelamente a un concorso per aspiranti docenti senza
servizio, “previa formazione accademica abilitante”
Ecco la lettera:
Alla RSU della
scuola
.…………………………………………….
………………………………………………
……………………………………………..
OGGETTO: NUOVO SISTEMA DI
RECLUTAMENTO DOCENTI ALTAMENTE DISCRIMINANTE
Gentile ………………………………………………..,
le scrivo per
metterla al corrente dell’intenzione dell’attuale Governo di modificare
ulteriormente il sistema di reclutamento docenti, con provvedimenti ancor di
più peggiorativi nei confronti dei docenti precari di terza fascia GI.
Si
rileva che nell’art. 58 della bozza della legge di Bilancio 2019 si compie
un’ulteriore umiliante discriminazione rispetto al percorso FIT (presente nel
DLgs 59/2017), già di per sé dequalificante.
Il
DLgs 59/2017 prevedeva un doppio canale:
a)
concorso riservato ai docenti non abilitati con servizio pari a 180 gg x 3
aa.ss., che non avrebbero dovuto conseguire i 24 CFU
b)
concorso ordinario aperti a tutti i laureati con titoli idonei per insegnare
determinate cdc, previo conseguimento dei 24 CFU.
ADESSO,
esclusa la prima turnata, tutti dovranno possedere i 24 CFU.
Le
prove da due, scritta (su una materia a scelta della cdc) e orale (sull’UDA),
sono passate a tre: due scritte (sui 24 cfu e su tutte le materie della cdc) e
una orale (su tutte le materie della cdc).
Le
percentuali di posti riservati ai docenti non abilitati di terza fascia GI sono
irrisorie (il 10% del 20%, in quanto la maggior parte dei posti – 100% i primi
due anni e poi l’80% per i successivi, come da art. 17, commi 2, b e 2, c DLgs
59/2017 – è stata riservata ai colleghi abilitati con l'attuale concorso).
Gli
idonei del concorso aperto a tutti, come da art. 58 della bozza della legge di
Bilancio 2019, non saranno assunti ma considerati abilitati e potranno accedere
alla seconda fascia delle graduatorie d’istituto, scavalcando i docenti di
terza fascia con servizio, per i quali non è previsto nessun corso abilitante.
Mettere sullo stesso piano
persone che da anni con il loro lavoro fanno funzionare la scuola con persone
che non hanno esperienza equivale a bruciare delle risorse, che invece
andrebbero tutelate attraverso il completamento della loro formazione con corsi
abilitanti specifici, come lo è stato per i colleghi che ci hanno preceduto
(SSIS speciali e PAS).
Inoltre
la formazione unica durante l'anno di prova, presente nell’art. 58 della Legge
di bilancio, non sarebbe mai ai livelli di quella della SSIS, TFA e PAS; questo
comporterebbe che un neolaureato vincitore di concorso non sarebbe mai allo
stesso livello dei docenti abilitati. Ci sarebbero insegnanti altamente
qualificati e altri di serie B. Ormai la didattica, soprattutto quella
inclusiva, necessita di un personale altamente formato. Questa bozza va nella
direzione diametralmente opposta e comporta un salto nel passato di minimo 20
anni.
È
chiaro che i 30 milioni di tagli alla scuola non diano la possibilità di una
formazione pagata dallo Stato (come da DLgs 59/2017), ma è altrettanto vero che
eliminarla nettamente comporterà un abbassamento del livello della didattica.
I
docenti precari che da anni permettono il funzionamento della scuola andrebbero
valorizzati attraverso l'abilitazione che non gravi sulle casse dello Stato e
dopo messi in ruoli attraverso un concorso riservato in base al fabbisogno, in
un sistema del doppio canale che dia la possibilità, anche a coloro che
non hanno esperienza, di poter ambire a diventare insegnanti previa formazione
accademica abilitante.
Spero
che la questione possa avere la giusta attenzione.
Cordialmente,
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