sabato 8 dicembre 2018

Precari III fascia con servizio: nuovo sistema di reclutamento docenti altamente discriminante. Lettera




Continua la protesta dei Docenti di III fascia con servizio, contro la proposta del nuovo sistema di reclutamento, che prevede il ritorno al “Concorsone” aperto a tutti i laureati che hanno titolo di studio e CFU necessari per l’insegnamento ed esclude la procedura riservata ai docenti che hanno già maturato almeno 3 anni di servizio, definita nel DM 59/2017 e mai applicata.

Pubblichiamo una lettera che tali docenti stanno inviando ai rappresentanti sindacali per far sentire la loro voce e le loro proposte.

Nel comunicato, si lamenta anche la mancata formazione in ingresso (didattica, inclusione, legislazione scolastica, ecc) per i docenti che risulteranno vincitori di concorso, che era stata invece individuata come uno delle priorità strategiche del reclutamento dall’istituzione delle SISS in poi: “Questa bozza va nella direzione diametralmente opposta e comporta un salto nel passato di minimo 20 anni.

I docenti chiedono l’attuazione di un percorso abilitante riservato a chi ha almeno 3 anni di servizio che consenta l’accesso alla II fascia delle GI, così come è avvenuto in passato, e un concorso riservato, parallelamente a un concorso per aspiranti docenti senza servizio, “previa formazione accademica abilitante”


Ecco la lettera:


 Alla RSU della scuola

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OGGETTO: NUOVO SISTEMA DI RECLUTAMENTO DOCENTI ALTAMENTE DISCRIMINANTE



Gentile ………………………………………………..,

 le scrivo per metterla al corrente dell’intenzione dell’attuale Governo di modificare ulteriormente il sistema di reclutamento docenti, con provvedimenti ancor di più peggiorativi nei confronti dei docenti precari di terza fascia GI.

Si rileva che nell’art. 58 della bozza della legge di Bilancio 2019 si compie un’ulteriore umiliante discriminazione rispetto al percorso FIT (presente nel DLgs 59/2017), già di per sé dequalificante.

Il DLgs 59/2017 prevedeva un doppio canale:

a) concorso riservato ai docenti non abilitati con servizio pari a 180 gg x 3 aa.ss., che non avrebbero dovuto conseguire i 24 CFU

b) concorso ordinario aperti a tutti i laureati con titoli idonei per insegnare determinate cdc, previo conseguimento dei 24 CFU.

ADESSO, esclusa la prima turnata, tutti dovranno possedere i 24 CFU.

Le prove da due, scritta (su una materia a scelta della cdc) e orale (sull’UDA), sono passate a tre: due scritte (sui 24 cfu e su tutte le materie della cdc) e una orale (su tutte le materie della cdc).

Le percentuali di posti riservati ai docenti non abilitati di terza fascia GI sono irrisorie (il 10% del 20%, in quanto la maggior parte dei posti – 100% i primi due anni e poi l’80% per i successivi, come da art. 17, commi 2, b e 2, c DLgs 59/2017 – è stata riservata ai colleghi abilitati con l'attuale concorso).

Gli idonei del concorso aperto a tutti, come da art. 58 della bozza della legge di Bilancio 2019, non saranno assunti ma considerati abilitati e potranno accedere alla seconda fascia delle graduatorie d’istituto, scavalcando i docenti di terza fascia con servizio, per i quali non è previsto nessun corso abilitante.

Mettere sullo stesso piano persone che da anni con il loro lavoro fanno funzionare la scuola con persone che non hanno esperienza equivale a bruciare delle risorse, che invece andrebbero tutelate attraverso il completamento della loro formazione con corsi abilitanti specifici, come lo è stato per i colleghi che ci hanno preceduto (SSIS speciali e PAS).

Inoltre la formazione unica durante l'anno di prova, presente nell’art. 58 della Legge di bilancio, non sarebbe mai ai livelli di quella della SSIS, TFA e PAS; questo comporterebbe che un neolaureato vincitore di concorso non sarebbe mai allo stesso livello dei docenti abilitati. Ci sarebbero insegnanti altamente qualificati e altri di serie B. Ormai la didattica, soprattutto quella inclusiva, necessita di un personale altamente formato. Questa bozza va nella direzione diametralmente opposta e comporta un salto nel passato di minimo 20 anni.

È chiaro che i 30 milioni di tagli alla scuola non diano la possibilità di una formazione pagata dallo Stato (come da DLgs 59/2017), ma è altrettanto vero che eliminarla nettamente comporterà un abbassamento del livello della didattica.

I docenti precari che da anni permettono il funzionamento della scuola andrebbero valorizzati attraverso l'abilitazione che non gravi sulle casse dello Stato e dopo messi in ruoli attraverso un concorso riservato in base al fabbisogno, in un sistema del doppio canale che dia la possibilità, anche a coloro che non hanno esperienza, di poter ambire a diventare insegnanti previa formazione accademica abilitante.

Spero che la questione possa avere la giusta attenzione.

Cordialmente,


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