sabato 29 dicembre 2018

Nuovo concorso docenti: il concorso torna ad essere abilitante



E’ in attesa di approvazione la modifica al DLgs 59/2017, che disciplina il nuovo sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria.

Il DLgs 59 aveva introdotto un nuovo sistema di reclutamento dei docenti chiamato FIT, secondo il quale i vincitori di concorso avrebbero dovuto svolgere un periodo di formazione di 3 anni (o 2 nel caso avessero già 3 anni di servizio) prima di essere confermati in ruolo.

La Bozza attualmente in discussione in Parlamento modifica ulteriormente la procedura riducendo a 1 solo anno di prova e formazione per i neoassunti da concorso, al termine del quale, superato il colloquio finale con il comitato di valutazione, si ottiene la conferma in ruolo.

Sparisce quindi il FIT e si ritorna al Caro e Vecchio Concorsone aperto a tutti.

Per concorrere per i posti comuni (per le classi di concorso per le quali è necessaria la laurea magistrale o a ciclo unico come requisito di accesso) basterà infatti avere i titoli previsti per l’insegnamento della specifica classe di concorso congiunti a uno dei seguenti titoli:

  • 24 CFU nelle discipline antro-po-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche;
  • 3 anni di servizio nei precedenti 8 anni, di cui almeno uno nella cdc per la quale si partecipa al concorso;
  • Un’abilitazione in una classe di concorso o per altro grado di istruzione, anche diversa da quella per la quale si partecipa (art 1 comma 1, e comma 5).

Inoltre, chi supera tutte le prove concorsuali, ossia ottiene anche il punteggio minimo per ciascuna delle 3 prove (2 prove scritte e 1 prova orale) consegue l’abilitazione all’insegnamento per le medesime classi di concorso (art. 1, comma 6).

Questo significa che chi ottiene almeno 7/10 ad ogni prova, anche se non risulta vincitore di concorso, conseguirà l’abilitazione all’insegnamento.

I nuovi abilitati con questa nuova procedura concorsuale potranno, quindi, iscriversi in II fascia di Graduatorie di Istituto, a meno che il nuovo governo non proponga qualche altra fantasiosa riforma anche per il reclutamento dei docenti a tempo Determinato, modificando le fasce delle GI o i requisiti di accesso.

Per quanto tutto questo possa sembrare un miglioramento della situazione (e in parte lo è in quanto un FIT con tirocinio di 2 o 3 anni per professionisti laureati e spesso plurispecializzati era impraticabile), comporterà numerose problematiche e andrà a inasprire la situazione del precariato, problematiche, peraltro, già note e già vissute almeno dal 2000, dopo il concorso del 1999.

Un vero e proprio ritorno al passato di 20 anni.

Nel prossimo post approfondiremo in che modo questa riforma potrebbe peggiorare le condizioni, non solo dei docenti precari, ma di tutta la scuola a partire dai veri protagonisti: gli alunni.
 
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