domenica 30 dicembre 2018

Nuovo concorso docenti ITP: aperto a tutti i diplomati e abilitante




E’ in attesa di approvazione la modifica al Dlgl 59/2017, che disciplina il nuovo sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria.


Per concorrere per i posti comuni di ITP, ossia per le classi di concorso della Tabella B del DPR 19/2016 e delle succcessive modifiche del DM-259 del 2017  per le quali è necessario come requisito di accesso il diploma basterà infatti avere i titoli previsti per l’insegnamento della specifica classe di concorso, quindi il solo Diploma (eventualmente congiunto ad altri titoli specifici se previsti dalla tabella).

Qui un link ad un'applicazione messa a disposizione dall FLC CGIL per controllare se il proprio diploma consente di accedere all'insegnamento e per quali classi di concorso. 


Per gli ITP quindi niente 24 CFU, niente Laurea triennale, almeno fino al 2024/2025.

Inoltre chi supera tutte le prove concorsuali, ossia ottiene anche il punteggio minimo per ciascuna delle 3 prove (2 prove scritte e 1 prova orale) consegue l’abilitazione all’insegnamento per le medesime classi di concorso (art 1, comma 6).

Questo significa che chi ottiene almeno 7/10 ad ogni prova, anche se non risulta vincitore di concorso, conseguirà l’abilitazione all’insegnamento.


I nuovi abilitati con questa nuova procedura concorsuale, potranno quindi iscriversi in II fascia di Graduatorie di Istituto, a meno che il nuovo governo non proponga qualche altra fantasiosa riforma anche per il reclutamento dei docenti a tempo Determinato, modificando le fasce delle GI o i requisiti di accesso.


Per quanto tutto questo possa sembrare un miglioramento della situazione (e in parte lo è in quanto un FIT con tirocinio di 2 o 3 anni per professionisti laureati e spesso plurispecializzati era impraticabile), comporterà numerose problematiche e andrà a inasprire la situazione del precariato, problematiche, peraltro, già note e già vissute almeno dal 2000, dopo il concorso del 1999.

Un vero e proprio ritorno al passato di 20 anni.


Nel prossimo post approfondiremo in che modo questa riforma potrebbe peggiorare le condizioni, non solo dei docenti precari, ma di tutta la scuola a partire dai veri protagonisti: gli alunni.

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