sabato 2 febbraio 2019

Non si diventa insegnanti per caso




Non si diventa Medici per caso.

Non si diventa Avvocati per caso.

Non si diventa Ingegneri per caso.

Non si diventa Architetti per caso.

Non si diventa Commercialisti per caso.


Tutte queste professioni (e altre che non ho nominato per non annoiarvi), richiedono una Laurea Magistrale e un'abilitazione professionale.

Richiedono studio, impegno, fatica, rinunce, investimenti economici. Non si può improvvisare una professione del genere.

In Italia il titolo di studio ha ancora un valore legale e per queste professioni occorre la laurea magistrale.


Allo stesso modo non si diventa insegnanti per caso. Chi sta nelle graduatorie di III fascia, ha un titolo di studio per potervi accedere, per ottenere il quale ha fatto lo stesso percorso di un professionista laureato (della stessa disciplina).

Non ha l'abilitazione perché, a differenza delle professioni succitate, l'abilitazione non si consegue con il superamento di un esame di un concorso che si tiene anche 2 volte all'anno. 

Diventare insegnanti può essere una scelta volontaria, un desiderio o una strada che si percorre perché migliore tra quelle disponibili. Questo non cambia nulla.

I docenti che siano di ruolo, che siano abilitati, che siano non abilitati hanno tutti gli stessi doveri nei confronti degli studenti e dello stato. Ma non hanno gli stessi diritti. 


Dopo 3 anni di formazione sul campo, più di un qualsiasi tirocinio (dove le responsabilità del tirocinante sono inferiori a quelle del lavoratore stabilizzato), i docenti dovrebbero conseguire l'abilitazione ad honorem. Invece ricevono solo la disoccupazione.



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