domenica 9 maggio 2021

Bilancio Finale Neoassunti: Esempi compilati

 


Una delle ultime fasi del Anno di prova è l’elaborazione del Bilancio Finale. Questo, così come il Bilancio iniziale, è da intendersi come uno strumento per consentire al docente di effettuare un’autovalutazione e non uno strumento valutativo.

 

Il bilancio finale continua ad essere un’attività obbligatoria da compilare, , ma fa parte insieme ai bisogni formativi futuri di un’unica sezione.

Per i Bisogni Formativi futuri qui è disponibile un approfondimento: 

BISOGNI FORMATIVI FUTURI: INDICAZIONI ED ESEMPIO SVOLTO

 

Funzione del Bilancio Finale

Il Bilancio finale permette al docente di valutare se e come le proprie competenze professionali si siano trasformate ed evolute durante l’anno di prova, tenendo in considerazione quanto indicato nel Bilancio iniziale.

Il docente è inviato a riflettere su quanto sperimentato durante l’anno di prova e durante la formazione abbia inciso sulle sua professionalità.

 

Struttura del Bilancio finale delle competenze

Per la stesura del bilancia Finale INDIRE chiede di rileggere il Bilancio iniziale, compilato all’inizio dell’anno e valutare quali sono le competenze che si ritiene di avere migliorato grazie all’anno di formazione.

 

Queste considerazioni andranno inserite in un testo libero di massimo 2000 caratteri dove bisognerà rispondere alla seguente domanda Guida:

 

“Quali competenze (abilità, conoscenze, attitudini) hai scelto di approfondire o hai approfondito in questo anno di formazione? Ritieni siano migliorate? Sotto quali aspetti? E grazie a quali attività?”

 

 

Esempi compilati

A titolo di esempio riporto degli estratti di un ipotetico bilancio finale prendendo spunto dalle mie esperienze vissute in prima persona osservate o raccontate, rielaborate in modo opportuno.

Il bilancio delle competenze è ovviamente molto personale, quindi ognuno avrà dei particolari criteri per individuare i punti da trattare rispetto alla propria esperienza e a come ha vissuto questo anno di prova

Non è quindi un documento ufficiale, ma è da intendersi come un momento di confronto con i colleghi che stanno affrontando l'anno di prova.

 

DIDATTICA

Credo molto nella collaborazione tra pari e nel processo di apprendimento che si può realizzare. Ho sfruttato questa metodologia soprattutto per il recupero degli alunni che non avevano raggiunto risultati sufficienti.

Ho organizzato dei momenti di recupero in cui ho svolto dei lavori di gruppo favorendo l’attività di tutoring, strutturando gruppi con uno studente più brillante e uno con maggiori difficoltà.

Questa metodologia ha favorito non solo la collaborazione, ma anche gli apprendimenti da parte degli studenti più deboli, coinvolti in prima persona e supportati dai compagni più attivi.

Ho potuto anche sperimentare momenti di didattica innovativa, anche grazie al mio tutor, esperto di digitale e didattica per competenze. Su questo indicatore credo di dover consolidare le mie competenze.

 

 ORGANIZZAZIONE

Il confronto con i colleghi è fondamentale per la realizzazione del progetto educativo, non solo della propria classe, ma della scuola nel suo complesso.

L’esperienza del peer to peer a tale scopo è stata utilissima. Dal confronto con il collega sono emersi diversi spunti di riflessione sui quali ci siamo confrontarti in modo produttivo. Questo mi ha fatto crescere come docente

Durante l’anno scolastico ho notato che i genitori sono di solito poco coinvolti nella vita scolastica dei propri figli. Ho sempre ascoltato i genitori anche per inquadrare meglio l’alunno nel contesto sociale e ho dato indicazioni su quali erano gli obiettivi che mi prefiggevo nella mia disciplina e quali strategie di apprendimento fossero maggiormente adatte al proprio figlio per raggiungerli. Purtroppo la comunicazione con i genitori non è sempre efficace, soprattutto quando il livello socio-culturale di provenienza degli alunni è caratterizzato da un evidente disagio, fattore che influenza il processo educativo di ciascuno studente.

 

PROFESSIONALITÀ

In questi anni di insegnamento ho capito che la professionalità di un docente va curata e alimentata in modo permanente. Nonostante mi senta abbastanza competente nell’uso della tecnologia, sia nella didattica sia nella gestione dei rapporti e della condivisione con i colleghi, credo che dovrò aggiornare costantemente le mie competenze in questo campo, in quanto i cambiamenti sono velocissimi e portano a innovazioni continue.

A tale scopo ho scelto di seguire un corso di formazione sulle nuove tecnologie e per l’anno prossimo un corso sulla didattica innovativa per il miglioramento.

Ritengo, infatti, di saper utilizzare abbastanza bene le tecnologie, ma dato che i progressi in questo campo sono velocissimi, ci sono sempre novità da scoprire. Questo è un campo che mi interessa molto e sono molto aperta verso l’ampliamento delle conoscenze in questo campo.

 

DIDATTICA IN DAD

L’uso delle tecnologie digitali per la didattica mi ha sempre affascinato, ma fino ad ora non avevo mai avuto modo di approfondire le conoscenze in merito, né di applicare tali metodologie alla mia didattica. In questo anno di prova ho dovuto affrontare una prova ancora più grande: l’emergenza Covid-19.

Dopo un primo momento di sconforto dovuto anche a motivi personali, oltre che professionali, in quanto le misure alle quali ci siamo dovuti attenere hanno rivestito tutti i campi della nostra quotidianità, ho capito che avrei dovuto approcciarmi con un atteggiamento diverso alla oramai diffusa Didattica a Distanza.

Pertanto, ho deciso di fare un’autoformazione, possibile grazie ai numerosi strumenti disponibili in rete e messi anche a disposizione dal MIUR e dal Centro Ricerche INDIRE.

Non è stato semplice adattare la didattica a questi nuovi strumenti, soprattutto per il fatto che i bambini non sono autonomi sull’uso dei device e quindi è stato necessaria la collaborazione con i genitori.

Grazie a un lavoro di squadra tra collegi di sezione/classe, genitori e alunni siamo riusciti a riprendere il contatto con i nostri alunni e portare avanti le attività educative.

Per quanto ritenga insostituibile la didattica in presenza, per svariati aspetti, da quelli relazionali a quelli propriamente didattici, la DAD ci ha fornito l’unico metodo poter stare vicini ai nostri alunni, che, come noi, hanno vissuto momenti di grande sconforto. La DAD ci ha consentito di offrire il nostro servizio di tipo didattico/educativo, anche se purtroppo in modo incompleto, soprattutto per quegli alunni con maggiori difficoltà che avrebbero avuto bisogno di una presenza costante dell’insegnante.

 

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