mercoledì 17 gennaio 2018

Selezionati e abbandonati: docenti abilitati aspettano ancora il ruolo





Ricevo e pubblico una lettera di un gruppo di docenti di II fascia.
L’istruzione è il settore in cui dovrebbero essere valorizzati il titolo di studio, la meritocrazia, la preparazione e i concorsi pubblici. Tuttavia, da diversi anni si assiste a continue sanatorie a favore di persone che hanno la “sola esperienza” e abilitazioni ottenute con “almeno 36 mesi di servizio”, anche se svolto presso istituti paritari. Si favoriscono persino persone in possesso di un diploma considerato abilitante in un’epoca in cui la lezione era prettamente frontale e in cui non si conoscevano i concetti di inclusione e disturbi dell’apprendimento. I docenti con tali caratteristiche non hanno mai vinto un concorso a cattedra, eppure usufruiscono dei vantaggi per i quali altri gruppi di docenti lottano da anni, sottoponendosi a selezioni su selezioni con spirito di sacrificio, passione, talento, preparazione e forza di volontà. I favoritismi sono stati fatti a dispetto di chi nella scuola ha speso e spende tempo, energie e denaro affinché il proprio servizio sia dei migliori per creare una società di domani che non si basi sulle raccomandazioni, ma sui valori del merito, dei sacrifici e dell’audacia, aiutata dalla fortuna.

Si prenda ad esempio il gruppo di docenti italiani delle scuole secondarie che si riconoscono nel termine “tieffini”, altrimenti noti come abilitati TFA

La loro situazione può essere paragonata alle situazioni raccontate da autori letterari del calibro di Beckett, Kafka e Hugo. Nel primo caso Vladmiro ed Estragone attendono inerti un certo “Signor Godot” su una desolata strada di campagna; Josef K. è alle prese con un processo farraginoso intentato nei suoi confronti per motivi ignoti. Infine, l’ex prigioniero Jean Valjean è perennemente braccato dalla legge, incarnata nel personaggio dell’ispettore Javert. I tieffini lottano da anni per un certo “diritto al ruolo” su una strada disseminata di selezioni, aspettative, illusioni, delusioni, manifestazioni e tweet bombing. Da anni affrontano procedure burocratiche e concorsuali intentate a loro svantaggio, dato che molti di essi sono giovani e quindi non hanno potuto acquisire punteggi di servizio. Scrivono a testate, politici e sindacati, partecipano a manifestazioni e incontrano politici e associazioni con la speranza di vedere riconosciuto il loro sacrosanto diritto. Tuttavia, al pari del “miserabile” di Hugo, gli abilitati TFA sembrano marchiati con il foglio giallo chiamato “abilitazione al Tirocinio Formativo Attivo”.


Per chi non lo sapesse, il Tirocinio Formativo Attivo è l’iter istituito in due cicli (2011-2012 e 2014-2015) e ogni Regione ha messo a disposizione un numero limitato di posti per ogni classe di concorso. Pertanto, gli aspiranti docenti hanno prima affrontato tre prove preselettive a livello nazionale (due test scritti e un orale) per accedere al suddetto corso-concorso di abilitazione. Solo in pochi sono riusciti a superare queste prove, quindi hanno seguito corsi universitari su metodologie didattiche, pedagogia, TIC e sulle discipline della classe di concorso di riferimento. Inoltre, questi “prescelti” hanno svolto un tirocinio nelle scuole secondarie, per poi sottoporsi agli esami dei corsi (circa venti fra scritti e orali) e preparare una tesi finale sull’esperienza del tirocinio per ottenere l’abilitazione al TFA.


Un altro insieme di docenti si riconosce nel termine “passini”. Si tratta di insegnanti che, grazie agli anni di servizio, hanno avuto accesso ai PAS (Percorsi Abilitanti Speciali), un percorso simile al TFA ma senza le prove d’accesso concorsuali. Anche a loro, come ai i tieffini, l’accesso al ruolo è stato precluso secondo il canale delle graduatorie ad esaurimento (GAE). Le GAE, infatti, sono state chiuse nel 2009 dopo l’ultimo ciclo di SISS, la scuola di specializzazione in essere fra il 1999 e il 2009. I docenti abilitati secondo questa procedura, che ricordiamo prevedeva selezione in entrata e corso di specializzazione di due anni, hanno avuto ed hanno la possibilità di essere immessi in ruolo per scorrimento di queste graduatorie, senza più dover affrontare altre selezioni. Questo è stato precluso agli abilitati, sia TFA che PAS. 


Dopo il secondo e ultimo ciclo TFA (a.s. 2014-2015) sono state istituite le due prove (scritta e orale) del concorso a cattedra 2016. Una selezione nazionale in primis riservata ai soli abilitati (TFA e PAS) e agli insegnanti di infanzia e primaria, poi aperta in forma di prove suppletive (simili e uguali a quelle del concorso 2016) anche a chi non ha affrontato questo iter, grazie alle varie sentenze cautelari ottenute ricorrendo alla giustizia amministrativa. Al pari delle prove d’accesso al TFA, ogni Regione ha messo a disposizione un numero limitato di posti per classe di concorso, e vincitori e idonei entro il 10 per cento dei posti messi a bando sono stati inseriti nelle GM (graduatorie di merito).  Fuori ne sono rimasti coloro che pur avendo superato le prove non disponevano di un punteggio sufficientemente alto per rientrare nel contingente di posti messi a bando al netto della maggiorazione del 10 per cento. Per esempio, per la CDC di inglese (AB24-AB25) in Campania erano stati disposti 200 posti per i vincitori e 20 per gli idonei, tagliando fuori i 14 docenti che hanno superato le due prove concorsuali e che si riconoscono nel termine “idonei fantasma”. A questa categoria è stato recentemente riconosciuto lo stesso diritto degli idonei entro il 10% ad essere assunti entro il periodo di validità delle graduatorie concorsuali, prolungato di un anno (da tre a quattro anni di vigenza). Ai vincitori, invece, è stato garantito il diritto all’assunzione senza vincoli temporali. Eppure, dopo tale concorso e i vari ritocchi al bando per allungare la durata delle graduatorie concorsuali, persino i posti per i vincitori sono spesso risultati inesistenti o molto limitati per l’immissione in ruolo, senza che vi sia alcuna previsione e visibilità sui posti effettivamente disponibili. Questi ultimi, ogni anno, vanno infatti divisi in tre parti: un 40% destinato alle operazioni della mobilità dei docenti di ruolo, un 30% per cento riservato ai docenti ancora presenti in GAE fino al loro effettivo esaurimento, un 30% destinato infine alle graduatorie di merito del concorso 2016. Tuttavia non sono ben chiari, di anno in anno, né il numero di posti disponibili in seguito ai pensionamenti, né la quota riservata alla mobilità (oggetto di contrattazione sindacale), né infine quanti posti restino per le nuove immissioni da GAE e GM al netto delle varie operazioni di pensionamento e mobilità; questa volta per inerzia sia dei vari uffici scolastici nel pubblicare i dati sia del MIUR nel sorvegliare l’operato e la trasparenza delle amministrazioni decentrate. Il risultato è che per i vincitori di concorso la vita è veramente grama, un risicato 30% la cui consistenza numerica è sempre in forse di anno in anno. 


Un altro gruppo di docenti che ancora non usufruisce dei vantaggi dell’immissione per scorrimento prevista per le GAE è quello dei laureati in scienze della formazione primaria, titolo abilitante per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia e primaria. In aggiunta a ciò, il caso infanzia-primaria al Sud è differente rispetto al Nord e alle classi che riguardano la secondaria di primo e secondo livello, nella misura in cui le GAE del Mezzogiorno per infanzia e primaria sono solo più sature che al Nord, con “code” che potrebbero prolungarsi per un decennio. 


In questo scenario sussistono ancora diatribe tra i docenti abilitati dopo una selezione (come il caso dei TFA) e docenti abilitati grazie a un percorso senza selezione riservato a chi aveva già prestato servizio nella scuola. La situazione è aggravata anche dal fatto che negli ultimi concorsi sono stati generalmente favoriti i docenti che hanno svolto già diversi anni di supplenze, in quanto il servizio non è un titolo valutabile e conferisce un cospicuo punteggio.


Resta l’amarezza per tutti quei docenti che hanno superato numerose e dure selezioni e che ancora attendono il tanto sospirato ruolo, come i vincitori del concorso 2016 che non sono ancora stati assunti.

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