martedì 28 agosto 2018

Diventare Insegnante, un “sogno” possibile


Oggi faccio delle considerazioni personali, di sicuro controcorrente.

Spesso leggo di studenti diplomati, che iniziano a pensare quale percorso universitario intraprendere per “trovare lavoro” o di neolaureati che valutano le opportunità lavorative che offre il proprio titolo di studio.

Ad alcuni piacerebbe insegnare, ma spesso sono scoraggiati dalle tante notizie che susseguono sulla situazione degli aspiranti insegnanti, alcuni precari da anni e non ancora stabilizzati. “Entrare di ruolo è impossibile, ci sono persone che aspettano da molto tempo e che sono prima di te” ci si sente dire.

Personalmente non la penso così.

Riuscire a lavorare come insegnante non comporta un percorso più lungo, né è più difficile di altri impieghi.

Mi riferisco ovviamente a impieghi che prevedono la laurea magistrale come titolo di accesso; se parliamo di imprenditoria il discorso cambia, ma non è esente da problematiche, seppur diverse.

Con questo non voglio dire che sia “facile” o poco impegnativo. Oggi la “stabilizzazione” è una situazione difficile in tutti i campi. Spesso si comincia a lavorare con contratti a tempo determinato, contratti a progetto, Co.Co.Co ecc. Paradossalmente anche avere un contratto a Tempo Indeterminato nel privato non è garanzia di alcunché, come provano le tante aziende che hanno chiuso negli ultimi 10 anni o hanno interrotto la distribuzione in Italia, lasciando a spasso tanti professionisti, ingegneri, biologi, chimici, ecc.

Lavorare nella scuola come docente non è spesso immediato, ma questo dipende molto dalle materie che si possono insegnare e anche dalla zona geografica. Di solito l’Italia settentrionale, ad esempio, offre più possibilità di quella meridionale.

Io credo che per riuscire a insegnare nella scuola (a Tempo determinato o indeterminato) bisogna innanzitutto essere motivati e seguire un percorso che poi possa portare al ruolo. Effettivamente non è semplice stare dietro alle numerose e variopinte riforme del reclutamento. Sembra che il FIT istituito con DL 59 del 2017, sia già “passato di moda” e che al MIUR stiano lavorando per proporre nuovi percorsi, che rispondano meglio alle esigenze della scuola e degli aspiranti insegnanti.

Secondo me, uno studente/laureato che vuole diventare insegnante deve semplice seguire le sue inclinazioni, senza stare a vedere quali materie sono più richieste, perché certe volte si rischia di fare grossi errori nella scelta. Se una cosa la si fa con passione, sarà più facile superare gli ostacoli che si incontrano sul proprio percorso. Di certo a volte bisognerà ridimensionare i propri “sogni”, avvicinandoli alle possibilità effettivamente disponibili.

Secondo me per uno studente a cui piace la letteratura e che vorrebbe insegnare Lettere, sarebbe meglio seguire questo percorso, piuttosto che iscriversi, ad esempio, ad una facoltà come Giurisprudenza, che secondo l’opinione pubblica offre più possibilità lavorative, se poi non piace fare l’avvocato o il magistrato, così come uno studente che vuole diventare medico non deve farsi intimorire dalla lunghezza del percorso di studi necessario (laurea+ specializzazione).

Motivazione impegno passione…e a volte un pizzico di fortuna!

Info utili:
Per conoscere le materie che si possono insegnare con il proprio titolo di studi si può consultare questo link: classi di concorso CGIL
Per cominciare a capire come fare domanda per le supplenze si può consultare questo link:Messa a disposizione (MAD) per supplenze: Modello da utilizzare, come funziona, chi può inviarla e dove 



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