domenica 10 giugno 2018

La verità sulle Maestre Diplomate (DM) licenziate




Dilagano in questi gironi le prime indiscrezioni sulle azioni che il nuovo governo ha intenzione di intraprendere per la Scuola Italiana. Ha fatto subito discutere che nel discorso di apertura del Presidente del Consiglio la scuola non sia stata menzionata, ma il giorno dopo arrivano comunicati relativi alle intenzioni di risolvere il problema delle numerose maestre con Diploma Magistrale (DM) licenziate, tralasciando, peraltro, i numerosi nodi da sciogliere della Scuola Italiana.

Tale questione ha scatenato immediatamente tantissime polemiche tra i docenti, soprattutto i precari di ogni ordine e grado. Ai non addetti ai lavori, è passato il messaggio che le critiche siano state contro il fatto che queste maestre fossero diplomate (DM) e non laureate, quasi come se svolgere il ruolo di Docente con un Diploma fosse meno meritevole del collega con laurea, ma non è assolutamente così; il discorso è completamente diverso.

Il problema non è il tiolo di studio, bensì il fatto che queste docenti non hanno seguito la regolare procedura di assunzione, ma si sono inserite in Graduatorie a Esaurimento (GAE), grazie a un ricorso, pur non avendo i requisiti richiesti dalla attuale normativa. Sono state, quindi, assunte spesso a scapito dei colleghi che hanno seguito il regolamento, percependo regolare stipendio, con la consapevolezza che il loro posto non sarebbe stato definito.

Nel frattempo le vincitrici di concorso 2016 stanno ancora attendendo il ruolo meritato, ma non concesso; tra queste ci sono tantissime Diplomate Magistrali che hanno sostenuto e vinto il concorso, seguendo la procedura stabilita dalla normativa corrente.
Cerchiamo di capire come queste maestre sono arrivate al ruolo e del perché adesso si parla di licenziamento.

Perchè i DM sono stati assunti e poi licenziati?
Attualmente si viene assunti a tempo indeterminato come docente di qualunque grado di scuola (infanzia, primaria e secondaria) o da Graduatoria ad esaurimento (50% dei posti disponibili) o da Graduatoria dell’ultimo concorso (50% dei posti disponibili). Per il settore infanzia e primaria l’ultimo concorso è quello del 2016; per il momento non è previsto FIT.

Per accedere al concorso per infanzia e primaria occorre una laurea in Scienze della Formazione primaria oppure un Diploma magistrale conseguito entro l’A. S. 2001/2002. I vincitori rientrano in un Graduatoria di merito regionale (GM). Gli stessi titoli danno accesso alle Graduatorie di Istituto di II fascia (GI) dalle quali si viene convocati per le supplenze.

Le GAE invece sono chiuse dal 2007. I DM vi accedevano dopo il superamento di un concorso a cattedra. Nessun nuovo ingresso è consentito, indipendentemente dal titolo di studio o dal possesso o meno dell’abilitazione. Questo vale, purtroppo, anche per gli abilitati (PAS e TFA) all’insegnamento nella scuola Secondaria.

Pertanto, le maestre con DM conseguito entro il 2001/2002, hanno presentato un ricorso per ottenere l’accesso in GAE e il TAR in via cautelare le ha inserite in GAE con riserva, in attesa di provvedimento definitivo. Attualmente chi è inserito in GAE con riserva può essere assunto sia a TI che a TD con la clausola che perderà ogni diritto acquisito qualora la sentenza del ricorso risultasse negativa (contratto con clausola risolutiva).

Quindi le ricorsiste hanno potuto accettare supplenze e ruolo da GAE, scavalcando le colleghe che attendevano il ruolo da GM (a pieno titolo) o la supplenza dalla II fascia di GI, che nelle province più affollate son rimaste addirittura a casa.

Il 20 dicembre 2017 arriva una sentenza del Consiglio di Stato che ha negato ai diplomati magistrale con titolo conseguito entro l’A.S. 2001/02 l’inserimento nelle Graduatorie ad esaurimento. Secondo il CDS, infatti, “Il possesso del solo diploma magistrale, sebbene conseguito entro l'anno scolastico 2001-2002, non costituisce titolo sufficiente per l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale", ordinando che "la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.

Da qui le rimostranze delle docenti assunte che hanno dovuto risolvere il contratto a causa dell’esito del CDS.

Nessuno mette in dubbio le competenze di una maestra diplomata, l’impegno nel proprio lavoro o la professionalità acquisita nel corso degli anni. Resta il fatto che il ricorso è stato perso e che la normativa prevede il superamento di un concorso e relativa attesa in graduatoria.

Ci sono tante maestre diplomate che hanno vinto un concorso o più di uno e da anni svolgono questo mestiere con dedizione e grande responsabilità. Purtroppo, a causa di leggi del governo non condivise e di tempi di attesa di scorrimento delle Graduatorie molto lunghi, molte sono ancora in attesa del tanto sudato ruolo.

Perché le ricorsiste che hanno ottenuto il ruolo solo “momentaneo”, dovrebbero avere priorità rispetto a chi ha seguito la normativa? I diritti di chi ha seguito "le regole" da chi evngono tutelati?

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